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Samy 1a parte (di 2)


di LaVaccona
29.06.2024    |    166    |    1 8.3
"Ai lontani tempi era delizioso, sempre un bel ragazzino ma ovviamente non strutturato ancora… come ogni ragazzo non ancora uomo, aveva lineamenti più sottili..."
Sabrina era una gay-friendly, una amica della causa LGBT+ fin dall’adolescenza.
Suo marito era logicamente della stessa lunghezza d’onda, Samuele, un gran bell’uomo ormai verso i 35 come lei. Anche lui aveva simpatizzato fin da adolescente…nel senso che le sue prime esperienze sessuali tra seghe di gruppo e qualcosa anche di ben più in seguito, furono col proprio sesso. Ai lontani tempi era delizioso, sempre un bel ragazzino ma ovviamente non strutturato ancora… come ogni ragazzo non ancora uomo, aveva lineamenti più sottili e una figura più esile, che muscolosa e forte. Col suo bel faccino dalle labbra a cuore ben definite e grandi, la pelle di seta piuttosto rosea e chiara con un naturale effetto blush frequente sulle gote, soprattutto in giorni di sole era veramente un amore anche se nell’insieme le ragazze non è che sicuramente si girassero a guardarlo con un “wow”, era quel tipo di ragazzo etero normalissimo e imperfetto, con un fascino connaturato, la normale bellezza di un adolescente come tutti a cui tira sempre il cazzo e pensa a qualsivoglia patata.
Infatti Samuele tra i difetti aveva ai tempi un paio di denti mancanti visibilmente, un bel po’ di brufoletti, e nell’insieme non è che emergesse da compagni ben più slanciati appariscenti e sicuri di sé divenuti famosi nella scuola. Ad ogni modo, Samuele sapeva il fatto suo e piano piano fu apprezzato anche dalle ragazze per il carattere autoironico. Fu così che proprio dopo il liceo conobbe Sabri conquistandola subito con le risate e la gioia di vivere. Aveva una sua autorevolezza che portò Sabri a innamorarsi perdutamente, lui non si era sbilanciato (non voleva troppo coinvolgerla in interessi sessuali la rispettava tantissimo, era diversa e speciale). Beh di sicuro passava anche molto tempo a pensare a lei e farsi delle stupende seghe in suo onore.
Agli inizi della loro storia Sam le aveva confidato alcune imprese adolescenziali veramente mitiche: Una sera aveva fatto dodici pompini a dodici suoi amici, li aveva fatti schizzare ovunque! era tutta una sborra, era una Troietta perfetta con quella calda bocca.
Si era inizialmente definito pansessuale ma poi dopo non molto, coinvolti da un crescente sentimento lui non aveva assolutamente più accennato a queste peripezie e monellate di ragazzino.
Sabry però diversamente da come credeva il maritino adorato, non aveva del tutto dimenticato nell’oblio queste confidenze che aveva fin da subito trovato entusiasmanti e epiche!
Venne così che una associazione di cui era amica e che affiancava, una situazione che sensibilizzava su svariatissimi temi, propose una festa di carnevale in cui poi a una certa si sarebbe svolta una presentazione letteraria, una danza con coreografia, e un paio di successivi spettacolini. Dato che nel suo ultimo libro aveva proprio trattato l’argomento Lgtb e la diversità in generale, Sabry sarebbe stata importante nell’evento. E poi..? era molto che non se la spassavano un bel po’! perché non era un contesto snob culturale ma una festa dallo spirito libero e giusto!
Fu Samy stesso che propose di travestirsi lui da donna e lei da uomo! A Sabri dire che brillavano gli occhi e che fossero diventati una intera galassia sbrilluccicante è dire niente!
Tanto che gli chiese, incredula: “Dici serio amore?? veramente??”
“Ma certo! per te e per la causa questo e altro amore!” rispose lui, fresco di una stupenda scopata con lei e con tanto di sigaretta appoggiata sulle labbra.
Lei aprì un sorrisone bianchissimo che mostrava tutti i denti. Siii! disse lei, e gli disse che lo avrebbe preparato lei stessa truccato di tutto punto… dovevano giocare alla bambola, e la bambola Samy teneva il diminutivo dal nome Samantha.
Sabrina continuava a passarsi la linguetta eccitata sulle sue piccole sottili labbra un taglio di bocca che era elegante e un po’ da bambina come d’altra parte anche i grandi occhi neri da cerbiatta.Dopo un bel sonnellino, Samuel si svegliò che aveva dimenticato quel che lui stesso aveva proposto. Gli occhi di cerbiatta lo guardavano adoranti sbattendo molto le ciglia. Lo facciamo? dunque? chiese lei.
“Uaaaa… beh…che dire amore ho una moglie di fuoco io… non mi posso lamentare. È che… mi hai spompato anche stavolta, e mi sa che il cazzo dormirà per molto ancora, ormai è tutto girato nelle coperte sue e ha voglia di chiudere come quando tu a volte vuoi chiudere con tutti… uaaa”
“Ma noooo… amore, la promessa! devi assolutamente vestirti da donna troiona, io ti aiuterò”
Samuele tutto assonnato si svegliò definitivamente, sgranando gli occhi e scuotendo istintivamente il capo come un cane che ha appena dato una zuccata accidentale.
“Ma come fai, che ti sei dimenticato, daiii”
“Ma no, io no assolutamente ma stai fuori amore ma… ma, amore, ma son brutto ma poi, adesso ci manca pure che faccio il travestito e che fai poi mi metto sulla strada?”
Gli occhi di lei a questa ultima affermazione furono attraversati da una luce luciferina e eccitata, però fremeva anche e sull’orlo di una delusione seguiva a fissarlo incredula.
“Me lo hai detto tu!”
“Tu stai male sei pazza proprio ma… che schifo adesso pure travone”
“Ma non eri poi dalla parte mia, eri aperto una volta!” rispose lei e sul viso le scese un velo scurissimo di tristezza in un indescrivibile silenzio.
“Amo? ma che hai amore ti ho così delusa amore?” chiese una volta accortosi di quel che aveva procurato.
Lei aveva la faccia dell’imbarazzo anche.
Lui si raccapezzo’: Cosa lo aveva portato a tirarsi indietro così? cosa lo metteva in ansia? ci facciamo sempre delle paranoie stupide pensò. Certo sarebbero tanti anni che non ricevo sguardi maschili, perché la cosa dovrebbe disturbarmi all’improvviso se per giocare ho proposto io stesso questo? non resta che capirlo ho reagito proprio male con la mia amore. Sentendosi messo alla strette si sentì sollevato dal fatto di non dover stare a riflettere a lungo cosa fare: Il silenzio punitivo femminile della sua Sabry era insostenibile, e qualsiasi fosse stata la ragione lucida veniva meno dal sorriso contento della sua lei. Le disse amore scusami devi sapere che come ogni uomo posso avere reazioni emotive quando si tocca il discorso virilità. Ho bisogno che tu sappia che ti amo e di sentirmi il più Uomo di tutti per te, ti prego amo. E se non lo sono dovrai sempre dirmi tutto perché siamo due libri aperti l’uno all’altra.
Lei tornò contenta, passò da una nube oscura alla gioia in modo espressivo indescrivibile.
Ma si destò tutta felice quando lui aggiunse:
Sì amore mio mi devi conciare da puttanona che sono!
Vederla felice fu impagabile.
Tanto che lui stesso la prese per mano… quasi sembrava fosse più lui a non vedere l’ora di trasformarsi!
Quelle labbra… come potevano esistere tali labbra senza che un rossetto le vestisse di rosso acceso? È un peccato mortale che certe labbra se ne restino abbandonate senza rossetto è una bella negligenza… pensò Sabrina che serbava questo appetito giocoso da un bel po’ di tempo nei confronti del suo uomo. Anche nelle fantasie e non solo nella causa sensibile era coinvolta in immaginazioni particolari… sebbene non fossero di certo nuove per lei anzi.Tutt’altro.
Un sentimento che comprendeva un mondo di cose.
Innanzitutto Sabry era una donna come in fondo sono un po’ tante, con un rapporto complesso col proprio essere donna. Ogni donna in verità lo attraversa a suo modo, e spesso ciò che ne esce è arte e poesia. Il più di noi donne però ha una relazione di disagio con la propria femminilità, come una creatura che più che amare quasi teniamo a bada: Ogni donna porta il segno di essere in un mondo di uomini, come è per l’albero il segno dei suoi cerchi interni, non è in sé la femminilità ma aver sentito presto in infanzia il disagio di questo mondo (maschile) per tutto il femminile. Ed è un disagio invidioso, morboso che si permea dentro… e in molti casi il vago imprinting che ha lasciato rende donne che rinunciano al tacco, alla gonna, si destreggiano anche molto bene con la propria carica seduttiva ma sono donne che non spiccano il volo alle quote massime e più elevate in termini di esaltazione della Dea Iside e del femminino.
Anche per Sabry “la cosa verde” come lei se la figurava personalmente con una certa precisione, era il fatto femminile che le aveva dato fatiche e riflessioni sennonché la cosa non si era mai né trattata da psicologi (che forse probabilmente manco avrebbero saputo vagamente che suggerire) né in forma creativa, quest’ultima un’ottima risorsa che aveva però messo da parte. Il diventare davvero femminile sembrava anche per lei una questione non certo prioritaria anzi pure civettuola e superficiale, cosa che poi proiettata rende le donne che si prendono molto cura di sé stesse delle antipatiche oche in vena di voler sedurre tutti. Anche lei aveva creduto per molto a tale diceria. Ma la cosina pesava sul suo animo con tutto che non era importante né prioritaria.
Quando trovò l’amore ovvero Samuele molto si dispiego’ in termini evolutivi. E motivata e felice iniziò a interessarsi di quelle splendide creature femminili che sono le transgender, in concomitanza con pensieri in cui masturbarsi guardando il suo uomo con altre donne: La rassicurazione di non essere parte di qualcosa né protagonista e al tempo stesso essere sopra le parti con un sentimento onnipotente e appagato.
Esserci di più potendo non esserci.
Ne parlò di tutto questo a Lulu’ una sua amica trans con la quale fin da subito si trovò molto bene, una amicizia rispettosa e aperta, non invadente o piena di enfasi uno stare insieme da amiche senza sempre una enormità di parole inutili. Si capivano con anche poco ormai.
Fu Lulu’ che le suggerì di esprimerle invece queste idee in modo creativo e terapeutico, non doveva sopirle.
Tornando a Samy, sua moglie iniziò a valutare come poterla truccare e con quale stile di vestiti presentarla alla situazione che come detto era particolare e basata culturalmente su una grande libertà. Ci sarebbe stata della gente e dei discorsi anche audaci con delle coreografie altrettanto spinte, e videoproiezioni eccitanti.
Che bellissimo momento truccare suo marito! il suo stato d’essere era felice, come truccare sé stessa senza essere sé stessa ma la persona amata! onorare la femminilità fino al punto che ella avrebbe truccato e trasformato gli uomini in donne… un mondo ideale che Lulu’ conosceva bene e che anche Sabry non immaginava le potesse vibrare nel cuore!
aveva le labbra disidratate Samuele. Le stava per bagnare con un bacio bagnato e la sua saliva oltre un po’ di burrocacao ma poi si limitò a prendere il burrocacao soffermata al viso del suo uomo con gli occhi chiusi e quelle ciglia così fitte lunghe e scure… Quel taglio di occhi discendente e grande si sarebbe prestato perfettamente a svariati effetti di ombretti… quel viso era una tela magnifica! al tempo stesso truccarlo era un po’ anche imbrattarlo, “demarcarlo”… ma in tal caso del femminile e non di sperma. Era un qualcosa da poter tollerare… anzi pure da amare! sancire la rivincita di un mondo seppellito e sacrificato e come iniziarne al meglio se non truccando un uomo… lui?
In quell’istante Sabry era si potrebbe dire professionale, seriamente calata nel momento, rendere bellissima Samy. Come da sessione trucco ovviamente iniziò dalla base e fu bellissimo esaltare la lucentezza di quell’incarnato già rosa chiaro… doveva avvicinarsi a un risultato comunque realistico e non mascherare né creare altro da Samy stesso: Far uscire la creatura dal marmo. Fu così semplice e di pochissimi tocchi delicati rendere quel viso di fine porcellana. Naturalmente aveva prima idratato il viso e anche là nonostante la morbidezza della pelle ottenuta non lo aveva baciato sentiva l’emozione di una vera e propria adorazione, e ogni tanto trasmetteva a Samuele l’importanza di questo momento dicendogli con tono dolce ma anche serio come voltarsi in un modo o quando chiudere gli occhioni ecc.
Il risultato fu incantevole: Aveva reso Samy una bambolona alta e eccitante già solo per la bellezza valorizzata del suo viso. Ora si sarebbe preparata lei, potendo finalmente quella cosa che aveva sempre sognato e scartato come realizzabile e fattibile: Vestirsi da uomo, aveva già giorni prima tagliato molto corto i capelli, e con un po’ di gel e lacca una passata di pettine le era uscito da sotto uno stile quasi alla garçonne degno di nota, la fronte ovviamente lasciata libera dal corto taglio liscio passato col rasoio tra nuca e collottola un taglio semplice da ragazzino qualunque ma con un effetto ordinato e composto. Essendo lei esile e con un viso abbastanza affusolato e lungo dalla bocca sottile e le sopracciglia marcate, non fu impossibile risultare perlomeno un giovanissimo ragazzo con quella camicia il petto abbastanza piatto e la cravatta… anche la sua voce era leggermente ruvida come quella della Claudia Cardinale, che se abbassata di toni andava a modularsi in modi irregolari accattivanti: Non era certamente l’intento o il senso andare a spacciarsi come uomo ma dato che prima dell’evento dovevano passare per delle cose in certi viali eleganti della città essere scambiata per uomo e lui se non da donna da prostituta trav era da tenere in conto.
E come immaginato, sia uomini che pure le donne avevano tutti occhi su Samy che certamente messo così avrebbe rubato la scena a chiunque, d’altra parte Sabry non era affatto male sembrava uno appena adolescente vestito elegante. I passanti tutti si voltavano verso il suo Samy, la sua sintetica pelliccia nera da puttanona le calze a rete che quella monella di sua moglie aveva già comprato molti giorni prima… le giarrettiere che si affacciavano da quella stretta minigonna nera, la parrucca realistica in testa che la dava un po’ un’aria da mignotta tardo anni 80, era meraviglioso Samy era super!!
sebbene atletico e capace di ottimo equilibrio sui tacchi camminando benissimo ogni tanto vacillava leggermente sulle caviglie… ma questa incertezza le dava ulteriore carica erotica!
li respirava davvero tutti quegli occhi puntati su suo marito. Giunsero all’evento che mantenne le sue promesse fu molto divertente poi come da programma si recarono verso la piazzetta all’aperto per il seguire di questa iniziativa. Si era pure già diversi tra loro leggermente alticci e su di giri si rideva come se non ci fosse un domani e qualcuno quella sera d’estate e di movida tirò fuori pure erba da fumare.
Ogni tanto Sabrina andava a prendere rifornimenti da bere mentre ci stava un mistone improbabile di soggetti, alcuni evidentemente avevano preso l’evento per una festa in maschera in salsa sexy era tutto buffo… Ci stava una tizia che non finiva di parlare a braccio persino di Dio, di Universo della teoria delle stringhe degli gnomi della stregoneria della necessità sociale di un maggior numero di pompini fatti a regola d’arte…
A un certo punto Samy fece per sboccare, le venne un leggero svarione, forse l’emozione di essere messo lì così e poi tutto sto fumo di cannabis. Il tempo andava a stringersi perché già qualche passante aveva da dire, dunque diedero una sferzata con della techno a palla e luci a effetti speciali, Samuele doveva un po’ riprendersi le si era leggermente strappata in un punto la calza a rete e giustamente se ne stava lì seduto senza scarpe. Sabrina era a prendere qualcosa di fresco a Samuele gli scappava una pisciata quanto il Rio delle Amazzoni.
Si infilò le scarpe e oscillando come un pendolo tutto incerto si portò lontano e si infilò nell’oscurità tra alti cespugli e piante non distante da una grande e anche abbastanza nota fontana. Dato che le illuminazioni esaltavano la fontana la sua acqua cristallina i frosci copiosi e tutte quelle meravigliose statue di marmo, Samuele si ritrovò non sapendo dove andare prima al centro di ciò, illuminato come la più bella di tutte quelle opere: Le bellissime gambe statutarie scoperte da una minigonna inguinale, da cui si poteva benissimo intravedere l’inizio del suo bel pacchettone maschile, l’aria smarrita che si guardava in po’ qui e là con occhi grandi tanto truccati, i maschi seduti lì presso la grande fontana si leccavano d’istinto i baffi dapprima schernendo sempre più volgarmente e poi accostandosi a Samuele.
“Amoreeee dammi un bacino mmm” disse un omone oltre i sessanta di quelli sciatti e con catena d’oro al collo e con qualche moglie rompipalle parcheggiata da qualche parte. Dato che erano quasi tutti dei pezzi di marcantonio robusti e non da scherzarci poi tanto, Samuele più che colpirlo sotto con una borsettata si limitò a stemperare la tensione di quei pochi secondi voltandosi come una diva.
“Cafone!!!”
Il suo incedere sui tacchi si fece fantastico: Stava forse calandosi bene bene nel ruolo? Non smetteva di sculettare con movenza accentuata delle anche. Non era male come sensazione… la moglie lo vide raggiungerla. Provò un immediato orgoglio per la sua Samy, tanto che là stesso con occhi per pochi istanti quasi intorpiditi le passò un pensiero stupendo come direbbe una canzone.
Era una situazione in cui sia lei che il marito non è che fossero partiti con intenzioni di certo sessuali o di scambismo. A loro piaceva in quel momento essere vestiti così. Vicini, aderenti l’una all’altra, si tennero per mano come per rassicurarsi di una situazione stravagante alquanto, tutto bene amo? chiese lei, avevano una enorme voglia di limonare duro e scoparsi lì stesso davanti a tutti questo se lo vedevano benissimo uno negli occhi dell’altra e venne loro da ridere come se non ci fosse un domani.
Si unì proprio un amico di Samuele che era anche un collega anche lui sposato con una moglie che li salutò vestita anzi svestita dato che aveva tutta una mise traforata allucinante, se a Samuele non aveva mai ispirato il benché minimo pensierino forse perché la moglie dell’amico, messa in tal modo la signora provocò in Samuele un sonoro sussulto. Conseguentemente forse per imbarazzo e ilarità strizzò con quelle esagerate ciglia finte l’occhietto al suo amico e a due amici dell’amico, che con molta attenzione si poteva scorgere si fossero da lì fatti più silenziosi. A Samy scappò ancora la pipì. La serata finisce e ognuno torna a casa sua.
Erano felici ma si poteva avere la sensazione che entrambi non avessero una enormità di emozioni e impressioni da scambiarsi e condividersi, era più Samuele restio. Lei si garantì non fosse disturbato dalla serata in nessun punto, ma lui disse con occhi sinceri che era felicissimo e che ci stava un qualcosa che doveva focalizzare come emozione… le avrebbe detto di cosa si trattava. Erano talmente emozionati soprattutto Samuele che non misero in campo di far l’amore, si fecero coccolissime tenere e dolci e si addormentarono così che l’indomani sarebbe tornati lei donna e lui l’uomo di sempre.
L’indomani, Sabrina avviò la stesura di un romanzo. Non aveva mai intrapreso lavori tanto elaborati, i suoi libricini editi erano approfondimenti su svariati argomenti di hobby e interessi, moda, cucina; aveva azzardato dodici anni prima in effetti un romanzo che all’unanimità i competenti avevano tutti riso dietro e se ci fossero stati mazzi di cavoli le avrebbero lanciato anche quelli.
Non era mai stata molto una da makeup e scarpiera enorme per tacchi alti anzi, una più che casual, con magliette larghe e jeans non certo aderenti come leggins, qualche volta si truccava ed era proprio carina. Forse era bella proprio perché a volte rasentava l’androgino, anche se vi fu un periodo civettuolo… ma era come travestirsi quasi, addobbarsi di una identità non pienamente sua. Si sentiva in agio solo con magliette unisex e simili il che non è che le rendesse indifferenza dagli uomini ma anzi: Con quel fisichetto esile e dall’aria sportiva e i grandi occhi di cerbiatta, il suo modo di fare, e l’insieme che le toglieva tanti anni alla già sua giovane età era ovviamente un qualcosa di molto interessante a vedersi per un uomo.
Si era fatta conoscere nell’aver bussato a tutti e rotto le balle. Ma Sabrina non rinunciò mai e semplicemente tenne questo e altri progetti nel cassetto capendo che doveva migliorare se voleva definirsi una scrittrice.
Dopo poche settimane il suo ultimo lavoro intanto era già compiuto, e fu proposto, ma tutto le tornava indietro
Non abbiamo tempo.
Non siamo aperti ad ulteriori autori siamo oberati.
Ci dispiace ma trattiamo altri generi La saluto.
Oppure… zero risposte. Valutò dunque molto serenamente e con fiducia in sé, di mettersi in self publishing.
Questo capolavoro venne alla luce, ma nessuno lo comprava, naturalmente Samuele iniziò a leggerlo con trepidazione fu un momento importante in cui doveva regnare attorno la massima tranquillità degna di un pubblico che ascolti i momenti più toccanti e di suspance di un’aria lirica.
Samuele aveva già a buon punto le lacrime agli occhi e verso la parte conclusiva la sua faccia era tutta rigata di calde lacrime di felicità amore commozione speranza.
Sabrina semplicemente non era ancora famosa e il fatto che non avesse nemmeno un seguito sui social e che i social manco li usasse, la penalizzava. Era come un laboratorio di cui nessuno poteva certo sapere l’esistenza da un vicoletto come tanti o una porta chiusa senza insegna. Doveva farsi conoscere e l’avrebbe aiutata in tutti i modi possibili!
Certo ma… come? pensò tra sé soffermandosi casualmente con gli occhi sul lato del loro armadio. Là ci tenevano ancora le decolté con alto tacco che aveva usato per la bambola Samantha, era un bellissimo ricordo.
Già la Samy.
Samy…
La risposta… la risposta poteva forse essere… ? cosa?
(Segue al 2)
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